Parte oggi la campagna per i 16 giorni di attivismo sulla violenza contro le donne (25 novembre-10 dicembre) del progetto Leaving violence. Living safe, realizzato da D.i.Re-Donne in rete contro la violenza in partnership con UNHCR, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, per raccontare – in 3 video con le voci di una mediatrice culturale, di una operatrice e di una donna rifugiata – il lavoro dei centri antiviolenza della rete D.i.Re per accogliere e supportare le donne migranti richiedenti asilo.
UNHCR stima che oltre il 90 per cento delle donne che hanno fatto richiesta di asilo in Italia abbiano subito una qualche forma di violenza. Sono migliaia le donne che lasciano il proprio paese per sottrarsi a una situazione di abuso e discriminazione, durante il viaggio subiscono e sono testimoni di violenze inenarrabili, a volte gli abusi e le violenze si ripetono o continuano anche in Italia.
Da 3 anni D.i.Re Donne in rete contro la violenza – la più grande organizzazione nazionale che si occupa di violenza contro le donne – ha avviato in partnership con UNHCR, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, il progetto “Leaving violence. Living safe”, avviato dopo che la ricerca “Samira” realizzata da D.i.Re nel 2017 aveva messo in evidenza quanto fosse difficile, per donne e ragazze richiedenti asilo e rifugiate, avere accesso ai centri antiviolenza, conoscerne l’esistenza e il funzionamento, avviare un percorso di supporto.
Avviato come esperienza pilota con il coinvolgimento di 10 centri antiviolenza, il progetto Leaving violence. Living safe coinvolge oggi – con diversa intensità – ben 71 delle 81 organizzazioni aderenti alla rete D.i.Re, formando e inserendo nei centri antiviolenza 52 mediatrici culturali, e accogliendo e supportando finora 287 donne e ragazze migranti richiedenti asilo e rifugiate.
Grazie al progetto Leaving violence. Living safe la metodologia di accoglienza dei centri antiviolenza D.i.Re è stata adattata con il supporto di esperte, operatrici, mediatrici culturali, psicologhe e avvocate, per poter rispondere al meglio ai bisogni specifici di donne richiedenti asilo e rifugiate, con una lettura della violenza di genere capace di accogliere la diversità culturale nel riconoscimento della comune matrice patriarcale di un fenomeno profondamente radicato nella struttura sociale a ogni latitudine.
I 3 video, che saranno pubblicati sui social durante i 16 giorni di attivismo contro la violenza sulle donne – dal 25 novembre al 10 dicembre – indetti dalle Nazioni Unite, saranno successivamente sottotitolati, con il supporto delle mediatrici culturali coinvolte nel progetto, nelle lingue parlate con maggiore frequenza dalle donne richiedenti asilo e rifugiate accolte nei centri antiviolenza.
I video usano l’animazione per restituire visivamente i pensieri condivisi da Mimoza Shembitraku, mediatrice culturale al centro antiviolenza Viveredonna di Carpi (Modena), Francesca Ranaldi, coordinatrice del centro antiviolenza La Nara di Prato, e Mariem Ghezawi, donna rifugiata che è diventata mediatrice culturale per la Casa delle donne Lucha y Siesta di Roma. Le animazioni dei video sono state realizzate da Iaca Studio, con la cura editoriale di Hero Comunicazione.
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